Il Ciolo
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Il Ciolo

“Una meraviglia degna della penna di un poeta”.

Il Ciolo è un luogo imperdibile per chi visita il Capo di Leuca, lo si incontra sull’estremo lembo della penisola salentina, sulla litoranea adriatica che collega Santa Maria di Leuca a Novaglie presso la località Ciolo, marina del comune di Gagliano del Capo (Lecce).

Il nome deriva dalle gazze ladre, “Giole” o “Ciole” nel dialetto salentino, che abitavano il canale.

Un profondo canyon, delimitato da alte e ripide pareti calcaree ricche di grotte, che lasciano spazio ad una piccola spiaggia ciottolosa inserita in una stretta insenatura.

Una gola prodotta dall’azione erosiva dell’acqua nel suo eterno percorso verso il mare con scogli vertiginosi ed un antico tratturo che sale verso il paese di Gagliano del Capo.

Un fiordo naturale sovrastato da un ponte di 40 metri, edificato intorno alla metà del secolo scorso, con una scalinata che scende a picco sulle acque limpide e cristalline e tuffatori temerari che sfidano le impervie scogliere lanciandosi dalle ripide falesie o, addirittura, dal ponte stesso.

Uno spettacolo adrenalinico e spericolato messo in scena in un paesaggio mozzafiato.

Il mare gode di un fondale roccioso, ideale per le immersioni e di un’area di sotto costa molto caratteristica che comprende anche delle piccole rientranze, nonché un’imponente grotta accessibile sia dalla terraferma che dal mare. La grotta è spesso rifugio per animali acquatici, come tartarughe marine e foche monache.

L’alto costone roccioso è ricoperto dalla vegetazione sempreverde della macchia mediterranea e da piante uniche della zona come il fiordaliso di Leuca e alcune specie di orchidee selvatiche.

Sui costoni del canalone vi è la presenza di numerose grotte, protagoniste di ritrovamenti fossili e ceramici risalenti al Neolitico e al Paleolitico.

La Grotta delle Prazziche ne è un esempio, in essa sono stati rinvenuti ritrovamenti fossili e resti di fauna africana come ossa di rinoceronte, nonché reperti e manufatti del Paleolitico e del Neolitico come pezzi di ceramica, a testimoniare che la zona era abitata già da tempi remoti.